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Datazione e luogo
Non ci sono elementi per poter stabilire con sicurezza la datazione del Codice Purpureo, il luogo in cui fu realizzato e l'identità di chi lo portò a Rossano.
La maggior parte degli studiosi, basandosi sullo stile del manoscritto, per quanto concerne la datazione, concordano su un periodo compreso tra il IV e il VI-VII secolo. Il secolo più accreditato è il VI.
Dal confronto con altri manufatti coevi, di localizzazione certa, si evince che, probabilmente, il Codex è stato realizzato in Siria, forse ad Antiochia.
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L'arrivo a Rossano
Si ipotizza che l'ondata migratoria dei monaci greco-orientali avvenuta nel VII sec., a causa del primo iconoclasmo, abbia condotto a Rossano un gruppo di monaci che custodivano il prezioso Testo Sacro.
Ma non è da escludere anche che sia stato un nobile aristocratico della corte di Bisanzio a recarlo a Rossano.
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Prima segnalazione
Nel 1864 il testo fu segnalato per la prima volta dal giornalista Cesare Malpica.
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Primi studi scientifici sul testo
Nel 1879 il Codex fu studiato, per la prima volta, da un punto di vista scientifico, dai tedeschi Oskar von Gebhardt e Adolf Harnack, che lo sottoposero all'attenzione della cultura internazionale.
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Altri studi sul codex
L' Evangeliorum codex graecus purpureus Rossanensis viene posto all'attenzione dei più dallo storico olandese Arthur Haseloff.
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Proseguono gli studi sul codice
Nel 1907 viene studiato dallo storico dell'arte e architetto italiano Antonio Munoz.
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Primo restauro del Codex
Il primo restauro sinora documentato del Codice fu condotto nel 1919 da Nestore Leoni che provvide a consolidare e stirare la pergamena servendosi di gelatina stesa a caldo, rendendola trasparente in maniera irreversibile.
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Studi italiani sul Codex
Tra i più rilevanti studi italiani si segnalano quelli di De Maffei (1978) e Cavallo (1987); quest'ultimo con la realizzazione del facsimile e del commento analitico del Codice.
Gli studi condotti da Guglielmo Cavallo sulla scrittura del testo e la sua tipologia libraria documentano l'alta qualità della pergamena, la strutturazione rigorosa delle pagine, l'uso di inchiostri preziosi, la monumentalità delle forme grafiche, l'aggiunta del prezioso corredo miniato e soprattutto l'adozione della pergamena purpurea, che testimonia il trasferimento della simbologia pagana del culto imperiale alla sacralità divina del Verbo cristiano.
Tutti i caratteri individuati appaiono riconducibili a una funzione del Codice di Rossanense come libro da cerimonia sacra, pompa liturgica e pubblica ostensione.
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Folco Quilici realizza un filmato sul Codex Purpureus Rossanensis
Il Codex Purpureus di Rossano è un documento di inestimabile valore storico e archeologico, ritrovato in quel mondo dell'Italia bizantina che ancora cela segreti e tesori. Grazie alle sue tavole policrome perfettamente conservate, il Codex Purpureus Rossanensis è considerato il più antiico libro illustrato del mondo.
Folco Quilici ci porta, con questo documentario, alla scoperta di questo capolavoro conservato nella cittadella medioevale di Rossano e ci guida nel mondo bizantino tra fortezze, monasteri diroccati e grotte affrescate da monaci eremiti. Il filmato ha vinto due importanti premi nel 1987: il Premio Imago e il Nastro d'Argento della critica italiana.
Per visionare il documentario http://youtu.be/uMSBTn7jiBM
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Giornata di Studio per l'inaugurazione dell'Anno Accademico della Scuola di alta formazione per Restauratori
In occasione dell’inaugurazione solenne dell’Anno Accademico della Scuola di Alta Formazione per Restauratori, presso l’ICRCPAL (Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario) si terrà una giornata di studio:
Il Codice Purpureo di Rossano Calabro “Restauro e Conservazione”.Per la giornata di studio, cui parteciperanno personalità istituzionali del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Rappresentanti della Diocesi di Rossano , tecnici dell’ICRCPAL, insigni studiosi, si propone la seguente scaletta:
interventi
Prof. Mario Caligiuri, Assessore alla Cultura Regione Calabria
Arch. Francesco Prosperetti, Direttore Regionale per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Calabria - MiBAC
S.E. Mons. Santo Marcianò, Arcivescovo della Diocesi di Rossano-Cariati
Mons. Giangiulio Radivo, Presidente Fondazione Cardinale Cusano
Dott. Fabio De Chirico, Soprintendente per i Beni Storico, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria - MiBAC
Dott.ssa Maria Cristina Misiti, Direttore ICRCPAL - MiBAC.
Il codice restituito alla storia
Prof. Guglielmo Cavallo, Università di Roma “La Sapienza”
Professoressa Lucinia Speciale, Università del Salento
Dott.ssa Flavia Pinzari, Responsabile del Laboratorio di Biologia dell’ICRCPAL,
Dott.ssa Lucilla Nuccetelli, Responsabile del Laboratorio di Restauro dell’ICRCPAL
Dott.ssa Francesca Pascalicchio, Laboratorio di Tecnologia. -
Il Codex Purpureus Rossanensis mostrato a Papa Francesco durante la visita al Quirinale
Il Codex Purpureus Rossanensis ospite d'onore al Quirinale in occasione della visita di Papa Francecso al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Il 14 novembre le splendide sale del Palazzo del Quirinale, residenza del Presidente della Repubblica italiana, costituiranno la cornice di un evento storico di notevole spessore politico, culturale e religioso: il Santo Padre Papa Francesco, effettuerà, infatti, la sua prima visita ufficiale a Giorgio Napolitano.
In questa occasione sarà esposto il Codex Purpureus Rossanensis, per la prima volta visibile al pubblico dopo il recente lavoro di restyling realizzato dall'ICRCPAL di Roma (Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario), diretto dalla dott.ssa Maria Cristina Misiti.
Per poter visionare questo storico evento cliccare su http://youtu.be/yjl93vzIBqU su http://youtu.be/RLyXJlXixq8 su http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=8oGmf1Xun-c
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Inizio lavori riallestimento sala Codex Purpureus Rossanensis
Avviata la realizzazione del riallestimento del museo diocesano di arte sacra di Rossano che prevede una revisione dell’intero percorso museale che punta ad una maggiore valorizzare gli oggetti custoditi, migliorandone l’aspetto espositivo, ma anche quello didascalico e didattico.
Un’ala del museo, composta da tre sale, sarà esclusivamente dedicata al “Codex Purpureus” e arricchita da contenuti storici e supporti multimediali, che possano fornire una maggiore conoscenza e valorizzazione del prezioso oggetto.
Per maggiori informazioni cliccate qui!
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Riflettori accesi sul Codex Purpureus Rossanensis
Un’altra tappa del Synergia Festival, un altro patrimonio culturale da conoscere e apprezzare. Ieri sera, il ciclo di dibattiti e incontri patrocinato dalla Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco ha acceso i riflettori sul documento librario più prezioso che la Calabria possegga: il Codex Rossanensis.
Candidato nell’elenco della Memory of the world dell’Unesco per l’anno 2015, il Codex, detto anche purpureus perché in pergamena di colore porpora, è giunto alla candidatura come Patrimonio dell’umanità a seguito di una lunga e difficile preparazione. “Le pratiche di candidatura sono state avviate già qualche anno”, ha precisato Michele Abastante, che ha partecipato al tavolo di lavoro e che ha ripercorso le tappe di preparazione del dossier di candidatura tra difficoltà e, a volte, anche eccesso di zelo.
A illustrare nei dettagli le caratteristiche di questo manoscritto del Nuovo Testamento risalente ad un periodo compreso tra il IV e il VI secolo, un relatore d’eccezione: il vescovo della diocesi di Oppido – Palmi monsignor Francesco Milito, che ha iniziato il suo ministero presso l’arcidiocesi di Rossano e che è un profondo conoscitore delle sue pagine purpuree.
“È un testo prezioso, scritto e pensato esclusivamente per la preghiera liturgica – ha spiegato -. Si intende subito mandare un messaggio: ciò che contiene ha una dignità regale altissima”. La realizzazione del Codex ha richiesto pazienza e dedizione per la scelta della pergamena, “che – ha insistito sempre monsigor Milito – gli conferisce la tenerezza della pelle”, e per il fatto che le sue pagine sono state intinte di porpora. “Il materiale scrittorio – ha aggiunto il vescovo – avrebbe potuto essere utilizzato già con il colore al naturale ma non c’è niente di più prezioso del porpora e dell’oro”.
L’illustrazione del Codex al pubblico che, numeroso, ha partecipato all’incontro in Piazza Cavour, ha giovato della presenza di una delle copie storiche del manoscritto che ha reso l’idea del valore del volume originale conservato a Rossano.
Intervenuti all’incontro anche la professoressa Patrizia Nardi, che ha sottolineato “l’importanza delle reti per conservare e trasmettere la memoria storica”, l’assessore all’Urbanistica del Comune di Palmi Natale Pace, che ha gioito del “risveglio, dopo il riconoscimento Unesco, di tutte le energie positive palmesi” e l’architetto Emilio Minasi, moderatore del dibattito.
A margine dell’incontro è stato anche inaugurato il complesso scultoreo realizzato con il contributo dell’associazione culturale ‘Piccola accademia del tempo libero’, la Provincia di Reggio Calabria, il Comune di Palmi e il liceo Artistico ‘Michele Guerrisi’, che rappresenta il tema “Mediterraneo: Bellezza e Tragedia” e si compone di tre opere: “Il dolore di Scylla” di Maurizio Carnevali, “Onda anomala” di Pietro De Scisciolo ed “Escatolittico” di Mauro Antonio Mezzina. Tutte e tre le opere sono state realizzate nell’ambito della seconda edizione del Simposio internazionale di scultura Marmythos 2013.
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Codex Purpureus: ottenuto il riconoscimento UNESCO
Gran bella notizia per la chiesa di Rossano-Cariati e per la stessa città di Rossano. Il Codex Purpureo Rossanensis è stato riconosciuto quale patrimonio dell’umanità ed inserito dall’Unesco nelle “New inscriptions on the International Memory of the World Register”. Con grande gioia, ne da notizia alla comunità ecclesiale e civile l’Arcivescovo Giuseppe Satriano. Ovviamente in questi giorni si tornerà in maniera più ampia e articolata su un annuncio che rappresenta un evento di capitale importanza, non solo per Rossano ma per l’intera regione Calabria.
La proposta dell’inserimento del Codex tra i beni dell’Unesco, come si ricorderà, era stata portata fortemente avanti da S.E. Mons. Santo Marcianò, durante il suo episcopato a servizio della nostra chiesa locale. Un itinerario che trova ora il giusto riconoscimento.